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Va’ dove ti porta il quorum

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Tempo di referendum, tempo di quorum. Chimera linguistica della comunicazione giornalistica e televisiva, il quorum è diventato nelle ultime settimane, l’oggetto principe dello scambio informativo sulle piazze reali e mediatiche: parola d’ordine dei gruppi filo-referendari, parola simbolo della rivalsa popolare. Dopo anni di astensionismo - dal 1997 al 2009, dei 24 quesiti referendari proposti nessuno ha mai raggiunto il numero legale necessario, causa mare, causa ferie, causa qualunquismo - i gruppi pro-referendum e i gruppi di opposizione all’attuale governo, leggerebbero nel quorum raggiunto, i segni di una ribellione, quasi mitica, del senso civico degli italiani. La parola quorum, dal latino medievale quorum vos unum esse volumus «dei quali vogliamo che voi siate uno», giunto nell’attuale forma per un processo di omissione, indicava fin dalle origini il numero legalmente necessario per la validità delle adunanze e delle deliberazioni degli organi collegiali. L’espressione entra nell’italiano a partire dall’Ottocento e indica la frazione del numero complessivo; nello specifico del referendum (pronuncia popolare autorizzata dalla legge su singole questioni) Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono prendere parte alla tornata elettorale perché la pronuncia popolare sia valida e perciò idonea ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: è fissato nel 50% più uno degli aventi diritto al voto. Per un processo tipico dell’italiano contemporaneo, dal linguaggio giuridico la parola, sotto la spinta delle contingenze, entra nelle conversazioni quotidiane al bar, sul web, nei talk televisivi. Nel passaggio dal linguaggio specialistico a quello comune il significato della parola si carica di connotazioni suggerite dall’uso espressionistico e dall’abuso quantitativo; nascono così neologismi, nuove parole, e giochi linguistici evocativi. Si pensi alla parola macedonia Battiquorum (Batti+ quorum), della campagna referendaria sostenuta da Il Popolo Viola, coniata sulla nota espressione batti cuore. Del più noto batticuore recupera il primo termine del composto, le suggestioni sonore (cuore/quorum), suggerendo inoltre una vicinanza semantica delle due espressioni: quorum come qualcosa che sta a cuore, che evoca sentimenti positivi. Dello stesso tipo la parola Totoquorum (Toto+ quorum), mostro morfologico a due teste: Toto (come Totogol, Totip) e quorum, a designare provocatoriamente la campagna scommesse sull’affluenza alle urne. Non mancano inoltre gli slogan che giocano sulla stessa assonanza cuore/quorum : il cuore oltre il quorum; questione di quorum; dal cuore al quorum; battiti per il quorum! Insomma gli italiani vogliono tornare a contare e a farsi contare, non lesinano sui buoni sentimenti, sulla creatività e sull’ educazione civica: Va’ dove ti porta il quorum o paraquorum?

Suggerimenti bibliografici

Maria Vittoria Dell’Anna, Pierpaolo Lala, Mi consenta un girotondo. Lingua e lessico nella Seconda Repubblica, Galatina, Congedo, 2004 Elisabetta Ježek, Lessico. Classi di parole, strutture, combinazioni, Bologna, Il Mulino, 2004 Maria Grossmann, Franz Reiner, a cura, La formazione delle parole in italiano, Tübinger, Max Niemeyer Verlang, 2004
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