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L’origine del nome della nostra cittadina

Alcune precisazioni sul nome Guardiagrele

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Il fatto che le origini di Guardiagrele si perdano nella leggenda e che l’invasione francese del 1799 abbia distrutto gli archivi cittadini, impedendo così di provare la veridicità di una secolare tradizione, è un’annosa convinzione che ci portiamo appresso come un fardello, ormai incapaci di scrollarcelo di dosso. E i principali “responsabili” di tale situazione sono proprio i nostri cronisti di fine ‘800-inizi ‘900 i quali, anziché approfondire la ricerca d’archivio, ovviamente faticosa e dispendiosa, hanno preferito continuare a riproporre, impastandole ogni volta con ingredienti sempre più gustosi, le fantasie prodotte dalla fervida mente del frate Nicolò Coalgreco, vissuto alla metà del ‘700. Non avendo però a disposizione alcuna fonte documentaria certa e probante, che potesse avvalorare le tante idiozie scritte dal Colagreco, si è colta al volo l’opportunità di giustificare tale carenza con la distruzione degli archivi, così da poter seguitare liberamente a propinar sciocchezze.

Di documenti riguardanti Guardiagrele, invece, negli archivi italiani ce ne sono a sufficienza! Ma, com’è facile intuire, nulla si ottiene senza un minimo di impegno e di fatica, e senza dispendio di tempo e denaro (in quanto certi archivi sono parecchio distanti e non sempre liberamente accessibili). Ma quei documenti non mancano di riservare sorprese, perché la storia che raccontano – e non può che essere così – è molto diversa dalle cronache fantasiose che siamo abituati a conoscere.

A proposito del nome Guardiagrele, e partendo dal presupposto che la Storia si fa con le fonti, che sono l’unico veicolo capace di raccontarla correttamente, si può senz’altro affermare che, ad oggi, non esiste documento certo ed autentico che provi l’esistenza di AElion, né di un capitano greco di nome Grelion, né qualunque altra testimonianza che attesti l’esistenza di Guardiagrele in età tardoantica e altomedievale. Che poi il nome Grele derivi dall’etnico marrucino Ocrilis è un’ipotesi che non è possibile confermare né smentire: rimane un’ipotesi, non avvalorata da fonti documentarie o archeologiche. Come abbiamo avuto modo di far notare già diversi anni addietro, la prima menzione ad oggi nota del nome Grele compare in una bolla di papa Alessandro II del 1070, quando era una villa, cioè un modesto agglomerato rurale non fortificato, soggetta al monastero di San Salvatore a Maiella (l’originale della bolla si conserva nell’Archivio Capitolare di San Pietro in Vaticano; il testo è interamente trascritto nel Bollario della Basilica vaticana). Ulteriore menzione del villaggio di Grele (Grele, si badi bene, non Guardiagrele!) si trova nel Catalogus Baronum, catasto dell’esercito normanno compilato sotto Ruggero II alla metà del XII sec. (il Catalogus originale è perduto; a noi era noto attraverso una copia di età angioina, anch’essa perduta a causa dell’incendio appiccato dai Tedeschi durante la II guerra mondiale al deposito di San Paolo Belsito, dove erano stati trasferiti i Registri della Cancelleria angioina. Fortunatamente esistono trascrizioni sei-settecentesche): Grele era un piccolo feudo direttamente soggetto al conte di Manoppello Boamondo e contava, all’epoca, poco più di un centinaio di anime (i nostri cronisti sostengono invece che Guardiagrele era una fiorente ed imprendibile città di oltre 6000 abitanti!).

Riguardo al toponimo Guardia, che si vuole derivi dalla voce germanica Warte, non esiste alcune menzione antecedente il 1225, o almeno non ci è stato dato finora di rintracciarla (a meno che non si voglia cercarla nel libro di favole di Nicolò Colagreco): in tale anno la Guardia fu sede della stipula di una transazione che pose fine a un’aspra controversia in ambito monastico (l’originale, anche in questo caso, si trova negli Archivi vaticani). Non essendovi documentazione probante che attesti l’esistenza della Guardia in epoca anteriore al 1225, non ci sono i presupposti per affermare che essa rimonti all’epoca longobarda (anche perché di longobardo, nella nostra regione, abbiamo davvero poco. Anzi, non abbiamo quasi nulla). È evidente che nemmeno il Torrione del Piano, nonostante ci si ostini ancora a chiamarlo “torre longobarda”, abbia qualcosa a che vedere con i Longobardi: l’esame architettonico del manufatto non rivela elementi che possano rimontare più indietro del XII-XIII secolo, testimoniando dunque in favore di una realizzazione in età normanno-sveva, perfettamente compatibile con quanto reperibile a livello documentario.

La ricerca d’archivio ha inoltre consentito di retrodatare la prima menzione nota del nome completo Guardiagrele dal 1308 (Rationes Decimarum) al 1271, quando un certo Filippo di Guardia Grele presenziò a un rogito notarile in qualità di testimone (il documento originale è anch’esso nell’Archivio vaticano).

È divenuto assolutamente necessario mettere da parte le abusate “cronache” locali per lasciare finalmente spazio a una seria e onesta ricerca d’archivio, perché le fonti storiche autentiche sono le sole in grado di aprire spiragli nel buio di un passato in buona parte ancora ignoto.

http://www.guardiagreleweb.net/notizie/territorio/4143/guardiagrele

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