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Rifugio Pomilio chiuso ai turisti: perchè?

Struttura inattiva dal 2008, ma è probabile una prossima riapertura

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A 1888 metri sul livello del mare, in località Majelletta, nel cuore del Parco Nazionale della Majella, sorge il Rifugio Bruno Pomilio.

Situato al termine della strada provinciale che da Pretoro conduce al Blockhaus, il rifugio offre una visuale mozzafiato sulla valle, fino al confine fra il cielo ed il mare Adriatico. Un confortevole gioiello architettonico per gli amanti della montagna, dotato addirittura di una sala conferenze e di una biblioteca multimediale.

Nonostante ciò la struttura, di proprietà della sezione di Chieti del CAI, risulta attualmente inattiva e chiusa a visitatori e turisti ormai dal 2008.

Un vero peccato, considerando che la riattivazione di tale struttura comporterebbe senza dubbio un incremento del fusso turistico, senza dimenticare i vantaggi pratici per coloro che, sia d'estate che d'inverno, dedicandosi agli sport d'alta quota, desiderino trovare alloggio presso il rifugio. Insomma, un danno tanto d'immagine quanto economico per un comprensorio naturalistico un tempo fiorente ed ora, invece, in netto declino.

A ciò vanno ad aggiungersi, se vogliamo, il parziale dissesto della strada provinciale 613, lo stato d'abbandono delle stacciomate in legno che delimitano la carreggiata, l'incerta situazione degli impianti sciistici.

Abbiamo dunque deciso di indagare quali siano le cause all'origine di tale situazione, ponendo la questione all'attenzione dei lettori.

Negli ultimi anni, molteplici sono state le promesse d'impegno da parte degli Enti competenti pubblici e privati, sollecitati a trovare una possibile soluzione di riapertura del rifugio; ad oggi, tuttavia, tutto sembra tacere.

Consultando il sito del CAI di Chieti, notiamo come la riapertura del Rifugio, chiuso al pubblico dal 2008, era prevista per l'Agosto 2011. Qualsiasi turista o escursionista giunga in zona, rimarrebbe deluso, trovandolo invece irrimediabilmente inaccessibile.

A detta dello stesso CAI, motivo della chiusura pare essere una controversia legale sorta per il mancato pagamento dell'affitto da parte del nuovo gestore, che aveva preso le redini della struttura subito dopo gli interventi di ristrutturazione (a cui seguì l'inaugurazione con l'allora Presidente del Senato Marini, il Senatore Legnini, il Presidente del Cai di Chieti, allora Di Marzio, ed i Sindaci coinvolti).

Controversia da cui è scaturito un complesso iter giudiziario nel corso del quale il CAI, nei mesi scorsi, è riuscito a rientrare in possesso della struttura.
Pare essere, questo, un buon presupposto per una possibile ed imminente riapertura del rifugio?

Non resta che attendere ulteriori sviluppi (se fin qui ce ne sono stati?!?), fiduciosi che chi di dovere saprà interessarsi alla questione, garantendo una prossima riattivazione di una struttura, a nostro avviso, di notevole rilevanza turistica e non solo.

Concludiamo, infine, con un dato ottimistico: c'è da notare, infatti, come di recente ci siano giunti segnali positivi per quanto riguarda l'interesse delle istituzioni alla nostra preziona montagna.
Agli inzi di Agosto è stata difatti portata a termine la ristrutturazione di Fonte Tettoni, situata anch'essa in località Majelletta.
La fontana, uno dei simboli della Majella Madre e punto di riferimento per turisti, escursionisti, pastori, è stata condotta a nuova vita su sollecito di cittadini privati, a cui è seguita l'iniziativa del sindaco di Fara Filiorum Petri, Domenico Bucciarelli, assisitito dal vicesindaco Corrado Di Nardo.
I lavori, avviati lo scorso Maggio, hanno restiuito un nuovo profilo alla fonte, che ora ancor più abbellisce e caratterizza il nostro territorio.

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