Il Gruppo “Guardiagrele il bene in comune” ha notificato un nuovo ricorso contro gli atti di Chiodi evidenziandone le gravissime lacune.
Il nuovo piano sanitario si fonda su dati virtuali e il pareggio, di fatto, non c’è.
Il Gruppo Consiliare di centrosinistra al comune di Guardiagrele ha notificato venerdì 3 gennaio un nuovo ricorso (il 12°) contro gli atti del Commissario Chiodi.
I nuovi atti impugnati sono i decreti 84/2013 e 112/2013 con i quali è stato approvato il Programma Operativo 2013-2015.La prima versione è quella del decreto 84 (approvato in ottobre) e la seconda, che modifica la prima, è del 30 dicembre 2013.
Tra la prima e la seconda versione c’è di mezzo la verifica del tavolo di monitoraggio tenutasi a Roma il 21 novembre.
La seconda versione del decreto è stata approvata in sordina mentre montava la polemica sull’approvazione del bilancio regionale.
Il “nuovo” Programma operativo ripropone ancora una volta il disegno sbiadito della chiusura dei piccoli ospedali, ma la lettura del tavolo di monitoraggio offre un quadro ancor più cupo della situazione.
Questi i punti fondamentali:
- emerge un nuovo deficit di 102 milioni di euro prima non certificato e non coperto;
- emerge che Chiodi ha chiesto nel maggio 2011 una anticipazione di liquidità per 200 milioni di euro, prestito che chiaramente costituisce un debito che va restituito;
- si annuncia la richiesta di una ulteriore anticipazione e questo non consentirà di abbassare le aliquote delle tasse e di spendere in altri settori;
- la Asl di Chieti ha un deficit di ben 20 milioni di euro e questo non può non incidere sui conti generali.
La conclusione che si può trarre è che il pareggio di bilancio di cui parla Chiodi è un pareggio virtuale e, forse, solo finanziario.
Non si tiene in alcuna considerazione il disastro creato da una programmazione che:
- ha chiuso ospedali e ridotto servizi (quando si parla di deospedalizzazione non si dice che questo dipende dal fatto che abbiamo qualche centinaio di posti letto in meno (250 posti letto in meno rispetto alla pur severa disposizione del d.l. 95/2012 sulla spending review);
- non ha dato risposta alla richiesta di residenzialità per anziani (e il nuovo programma operativo dice addirittura che entro maggio 2014 bisognerà studiare nuove misure di compartecipazione (= ticket);
- non ha risolto il problema della rete dell’emergenza (vedi il pasticcio delle guardie mediche);
- non ha attivato nessuna sostanziale misura per potenziare la sanità del territorio che doveva essere il nuovo baluardo della sanità regionale;
- non ha potenziato serie politiche di prevenzione (non si può liquidare come un dato su cui lavorare il fatto che gli screening mammografici non si fanno e che bisogna migliorare).
La programmazione, poi, appare del tutto sganciata dai dati del bilancio regionale che sono evidentemente falsati.
Si parla di relazioni di Corte dei Conti e revisori dei conti, ma c’è una sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato sonoramente le politiche e le scelte di bilancio della regione Abruzzo.
Noi abbiamo reagito contro questo disegno e notificato un nuovo ricorso appena tre giorni dopo l’adozione della nuova versione del programma.
Oltre ai motivi relativi alla violazione delle leggi di approvazione del Piano Sanitario 2008, abbiamo evidenziato tutte queste lacune.