“Phofojournalist e commentatore apolitico di fatti e tragedie umane giornaliere nel mondo”, così Luciano Borsari ha sintetizzato la sua biografia sulla pagina facebook personale. Brevi ed incisive parole per descrivere un’avventura professionale ed umana straordinaria, di chi con la sua macchina fotografica ha raccontato e documentato avvenimenti di tante latitudini.
Si poteva definire un “fotografo del mondo”. Dobbiamo ricorrere al passato perché Borsari oggi non è più in viaggio tra le strade polverose di questo mondo. È partito per l’ultimo grande viaggio. È stato stroncato da un malore mentre si trovava all’aeroporto di Fiumicino, pronto ad imbarcarsi per San Diego.
Nato a Caracas, in Venezuela, Borsari ha vissuto – tra un viaggio e l’altro – ha vissuto tutta la vita tra le due sponde dell’Oceano Atlantico. Tornando spesso a Guardiagrele, paese di origine della madre Velia Scogna.
Ha ottenuto riconoscimenti, come illustre abruzzese nel mondo, nel 2007 al premio “Guerriero di Capestrano” e sette anni dopo al “premio Dean Martin”. Impossibile ripercorrere tutta una vita avventurosa e ricca di incontri e avvenimenti, dopo il terremoto a L’Aquila del 2009 realizzò un documentario emozionante e commovente “Nel nido dell’aquila ferita” utilizzando musiche dei Pink Floyd e John Lennon.