Partecipa a GuardiagreleWeb.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'ULTIMO REDUCE MARTINESE

Condividi su:

Ed anche Enrico Ricciuti è “andato avanti”, come dicono gli alpini. Con lui scompare non solo l’ultimo reduce martinese ma anche uno degli ultimi eroici soldati della  famosa divisione “Julia”,  partita con migliaia di soldati e tornata con pochi uomini sopravvissuti all’inferno in terra. Enrico nasce nel 1922 a San Martino sulla Marrucina e nel 1942 viene inquadrato nel battaglione “l’Aquila” della divisione Julia. Parte per la Russia e dopo due settimane in un treno merci percorre altre due settimane a piedi sino a raggiungere Millerevo, sul Don, nei pressi del fronte russo. Il compito del Ricciuti è fare la spola ogni giorno dalla prima alla terza linea per portare munizioni e cibo: di tutti i soldati con questo incarico, sarà l’unico a sopravvivere. Nel gennaio 1943 inizia la ritirata, con gli italiani allo sbando ed abbandonati dagli autoveicoli tedeschi: Enrico con i suoi compagni percorre 360 km a piedi con oltre 40 gradi sottozero, senza cibo e con un logoro vestiario estivo per uscire dall’accerchiamento. Enrico, nato sulle colline teatine ed è abituato alla neve, cerca di aiutare i compagni che vengono da zone più miti e che soffrono ancora di più il freddo. Ma anche lui alla fine cede a quelle temperature estreme ed i suoi piedi iniziano a congelare. Fortuna vuole che suo amico fosse un ragazzo ancor più avvezzo di lui alle basse temperature, perché originario della montuosa Roccamorice. Grazie all’aiuto dell’amico, che lo sorregge per giornate intere, Enrico riesce insieme a pochi altri a sfuggire all’accerchiamento, agli inizi di Febbraio 1943, dopo un mese di marcia nella neve ed aver perso oltre il 90% dei compagni. Lo aspettano altre settimane di marcia ed altri 300 km ma alla fine viene rimpatriato e condotto all’ospedale di Rimini, con piedi e mani congelare: avrà bisogno di due mesi di convalescenza per riprendersi.  Grazie agli studi della Corporazione Sancti Martini (con il fondamentale apporto del prof. Dario dell’Osa e del generale Giovanni Di Federico) ed alle sue richiesta il soldato Enrico Ricciuti riceve nel 2012, due onorificenze tra cui la croce al merito di guerra: nell’ufficio incaricato quando arriva la richiesta e si scopre che è un reduce della Julia tutti si alzano in piedi in segno di rispetto. Negli anni ’80 Enrico cercò di rintracciare il suo amico di Roccamorice ma scoprì che prima era emigrato in Canada e poi era purtroppo deceduto: nessuno gli aveva tributato l’onore per il suo eroismo.

“Le nuove generazioni “spiega Marco Pantalone, presidente della Corporazione Sancti Martini”conosceranno la storia e l’esempio di Enrico grazie alle interviste che la nostra associazione ha fatto e lui vivrà in esse immortale come l’onore che ha dato alla nostra comunità. In un mondo come quello odierno nel quale siamo chiamati a confrontarci con nuove culture è fondamentale raccogliere le storie e l’esempio dei nostri concittadini per tramandarlo alle generazioni future e mantenere vivo lo spirito caratteristico di ogni comunità”.

I funerali di Enrico Ricciuti si terranno il 12 novembre alle ore 15.00 nella parrocchiale martinese di San Cristinziano

 

“A volte sogno ancora tutta quella neve, tutto quel freddo, tutto quel bianco…ma in lontananza ora vedo una collina con un paese...e mi tranquillizzo senza svegliarmi... quella è casa mia, quella è San Martino!” (1a intervista ad Enrico Ricciuti, Corporazione Sancti Martini, 2010)

Condividi su:

Seguici su Facebook