Occupandosi da sempre di telefonia e telecomunicazioni, ma impiegando le proprie energie in altri ambiti, messi in crisi dalla crisi stessa, Alex Zulli decide di dare una svolta alla sua carriera alla fine del 2013.
Nasce l'idea, sempre legata all'ICT (Information and Communication Tecnology), di produrre smartphone e tablet in collaborazione con l'Oriente.
Il progetto si trasforma in atto ad aprile 2015, dopo circa un anno e mezzo di lavoro e superamento delle difficoltà.
“È stato necessario trovare aziende in Oriente che producessero per noi gli hardware dei device e che si occupassero, quindi, della parte di assemblaggio di smartphone e tablet. È servito, poi, dotarsi di tutti i test e le certificazioni CE, mediante un processo piuttosto complesso. Ciò che ha influito più di ogni altra cosa è la continua nascita di cellulari top gamma, con processori sempre nuovi: questo ha “rallentato” non poco il nostro lavoro.”
Ma in questo percorso, Alex non è da solo.
“In Italia siamo circa 10 persone, tra collaboratori e “proprietari”, sistemate in aziende diverse; in Oriente ci sono 4 fabbriche che producono per noi, non tutte contemporaneamente. La partnership prevede accordi progetto-realizzazione dei device, in Oriente e poi l'ottimizzazione del software in Italia.”
Le vendite procedono bene, considerando che il sito è stato messo in piedi il 25 aprile di quest'anno.
“Siamo soddisfatti,”dice Alex,“di tre prodotti in particolare: Asso 64, il primo smartphone italiano a 64 bit; Asso Pad 8, tablet 8 pollici, Alex Zulli presenta ALLINmobile, smartphone di basso costo. A breve usciremo con un nuovo top gamma, che ha lo stesso hardware di Asso 64, ma leggermente più grande, con un sistema operativo Android 5 ottimizzato.”
Un valido metodo anti-crisi. È così che può essere definito questo progetto divenuto realtà.
Perché non metterlo in pratica anche altrove, quindi?
“Mi capita spesso di assistere a concorsi startup, in cui molti ragazzi propongono le loro idee con progetti-community riguardanti gli ambiti dello sport, dell'università, del cibo. Un po' “alla facebook”,”dice Alex,“ma non si rendono conto che è difficile monetizzare queste community: servono moltissimi anni e altrettanti utenti, ma soprattutto una “potenza tecnologica” elevatissima. Mi sento di sconsigliare questo tipo di “azione”, e il discorso vale anche per i prodotti a basso ricavo.”
Bisogna quindi partire dalle proprie capacità, da ciò che si sa fare.
“È necessario capire se la propria professionalità ha valore spendibile con aziende già esistenti. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, è utile mettersi in proprio.”
Ma al tentativo dell'invenzione a tutti i costi, Alex preferisce “opporre” l'innovazione di Steve Jobs.
“Non bisogna per forza essere innovativi in ciò che si fa, ma nel come lo si fa, magari usando il web come mezzo per “aprire nuovi orizzonti”. Un po' come Steve Jobs, che ha il merito di aver saputo migliorare i prodotti da un punto di vista tecnico e di immagine, creando oggetti di successo.
Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è di controllare ciò che producono le fabbriche cinesi in ambito tecnologico, per importare e vendere i prodotti nelle aziende europee. È necessario cercare una partnership con la Cina: la fabbrica del mondo.”
E cosa riserverà il futuro? Alex e i suoi hanno le idee chiare.
“Il nostro obiettivo è di raggiungere, entro la fine del 2018, l'1% del mercato Android italiano, per un totale di centomila device venduti, con due step di vendite intermedie nel 2016 e nel 2017.”
L'idea è, in ogni caso, quella di mantenere una Device Company che produca sempre oggetti per comunicazione e mobilità.
Un'idea che dimostra come volere è potere.