Le pagine de “Il Centro”, all’indomani dalla sciagura, diedero la parola ai sopravvissuti, a chi vide la morte in faccia e portò negli occhi l’angoscia di quei secondi terribili:
«Un tremendo boato, poi una tempesta di travi e calcinacci si è abbattuta all’interno dello stabilimento come un uragano. In quegli attimi ho avuto solo l’istinto di scacciare le fiamme dai capelli e di fuggire via, senza capire quello che stava accadendo. Non so neanch’io come mi sono ritrovato nella mia auto. In auto ho avuto la percezione della tragedia: le mani irriconoscibili, scivolavano senza presa sullo sterzo, ma il dolore lancinante mi ha fatto finalmente prendere coscienza di essere salvo… ». Rocco Bucciarelli, 30 anni all’epoca, da quattro anni analista chimico nell’azienda Alimonti.
Erano le 16.35 a Villa Maiella quando inspiegabilmente uno dei sei silos esplose. Si parlò di gas accumulato sprigionatosi all’interno di questi ultimi. Sette furono i morti, come sette restano i dolori della Madonna della piccola chiesetta sotto il Molino. Il più giovane, Tiziano Del Romano, di soli 23 anni.
Il 14 giugno ’89, undici gli ustionati gravi con ustioni di 2º e 3º grado che coprono fino al 60 % del corpo. Zone estese e delicate del corpo come il collo, il viso ed il dorso. I segni di quel rogo ancora sulla pelle di chi visse la tragedia, come una ferita.
Lo spostamento d’aria, causato dalla violentissima deflagrazione, spazzò via e ruppe i cavi della linea Enel, lasciando il quartiere per giorni senza energia elettrica. La strada per Bocca Di Valle restò chiusa al traffico, per un tratto di circa un chilometro, per paura di nuove esplosioni ipotizzate per i continui focolai che, continuamente, si sprigionavano all’interno dello stabilimento.
Il magistrato inquirente convalidò il provvedimento di sequestro dell’azienda Alimonti, affinché si accertasse il perché dell’accaduto.
Commozione e sbigottimento dei cittadini, giorni terribili per il paese. Tutti si prodigarono per affrontare l’emergenza: dalla generosità dei Vigili urbani al coraggio e la tempestività del personale medico ed infermieristico del piccolo SS.Immacolata. Per trasportare a Verona i feriti più gravi, Tiziano Del Romano, Giuseppe Di Fabio, Filippo Taraborrelli e Pasquale Di Crescenzo, due voli dell’aereo “Falcon” della presidenza del consiglio, messo a disposizione dalla Protezione civile.
Al Sant’Eugenio di Roma: Bruno Capuzzi, Renato Garzarella, Giuseppe Scioli e Donato Spinogatti, in gravissime condizioni. Altra tappa l’istituto di chirurgia plastica di Padova per Giuseppe Alimonti e Emidio Scioli. Altri tre feriti al Barnabeo di Ortona, Ermenegildo Forlano, Gino Tonin e Nicola Infante, tutti in prognosi riservata.
Commozione e dolore ancora oggi, a 22 anni di distanza da una delle pagine più buie della storia di ogni guardiese.
Domani alle ore 19 si terrà la Messa di Commemorazione.