Per Benito Mussolini «[i] regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano». «La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c'è bisogno di sprecare il tempo andando a votare», direbbe Charles Bukowski. Per la nostra “democrazia”, invece, anche il diritto al voto è un lusso: «Il governo non ha accantonato il nucleare. Tutt’altro. Ha solo deciso una moratoria per evitare di perdere il referendum, per poi riprendere il programma tra uno o due anni», parole di Silvio Berlusconi. «Poiché la gente era contraria e spaventata dopo Fukushima, fare il referendum adesso avrebbe significato accantonare per molti anni la scelta del nucleare». Se l’opinione pubblica è contraria basta una manovra, una truffa, per non appellarla. Basta violare un diritto costituzionale.
«Dopo Cernobyl fummo costretti a bloccare centrali già in costruzione per colpa degli ambientalisti di sinistra, oggi quanto successo in Giappone ha spaventato gli italiani, come dimostrano anche i sondaggi», continua il Presidente. Cernobyl e Fukushima non sono fantasia. Sono segnali reali che dovrebbero spingere alla tutela ambientale e alla ricerca di nuove fonti di energia. Venticinque anni dal più grande disastro atomico, duemila croci nel Circo Massimo per ricordare le vittime. Duecentosettantamila i casi di cancro dovuti alla contaminazione, di cui novantatremila letali nei 70 anni successivi all’incidente. I dati del Giappone dobbiamo ancora aspettarli… Non ci sarà concesso ragionarci, siamo solo degli automi nella loro accezione moderna poiché non ci è dato “pensare da sé”.