LUNGOFIUME VESOLA : POSSIBILE UN RIPRISTINO DELL’ECOSISTEMA FLUVIALE CON UNA PISTA CICLABILE?

Una meraviglia naturale dimenticata

Serena Taraborrelli
04/04/2011
Territorio
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SAN MARTINO S.M., pedalando e passeggiando lungo il fiume. Proposta la realizzazione di una pista ciclabile, di un’area pick nic, di un luogo dedicato al trakking. Un percorso che costeggia il fiume, un contatto ravvicinato con la natura, tra il dolce rumore del corso d’acqua e la ricca flora colorata da primule e viole, tra il verde infinito ed il biancospino. Scenario naturale che l’affluente del Foro offre, paesaggio idilliaco che si potrebbe sfruttare e sponsorizzare per creare ricchezza per il territorio, offrendo riscontri positivi sul commercio locale (La Vesola San Martino non ha nulla da invidiare alle Sorgenti delle Acque vive, rese con poco meta di scampagnate). Offrendo, soprattutto, ai propri abitanti un polmone naturale per praticare attività fisica, lontano dal pericolo automobili. Il fiume che va a ricongiungersi a Fara Filiorum Petri con il Foro, costeggia, così, la Statale 263 e forse una pista ciclabile riuscirebbe a togliere almeno qualche ciclista da tale strada. Da esempio dovrebbero esserci le piste ciclabili del trentino; il sentiero che costeggia il fiume Cher nella Valle della Loira; quello di Bergamo lungo il Serio; di Misano Adriatico che conduce in prossimità dell’autodromo di Santa Monica. Basterebbe davvero poco per non lasciare tanta natura e tanta pace nel dimenticatoio e nel degrado di chi vi abbandona ogni genere di rifiuto: dagli pneumatici alle vecchie piastrelle, passando per bottiglie di plastica e buste nere. Basterebbe un progetto di massima per il recupero e la valorizzazione del paesaggio fluviale mediante interventi di recupero ambientale e la realizzazione di una pista ciclopedonale ponendosi come obiettivi fondamentali: la realizzazione di tale percorso e relative strutture ricettive e didattico-ricreative lungo le sponde del fiume; la riappropriazione da parte del cittadino del proprio territorio e di un patrimonio ambientale, storico, culturale che rischia di essere dimenticato. C’è bisogno di una nuova strada, senza cemento, che non deturpi il paesaggio ma, lo arricchisca; dove non regna prepotente il rumore dei motori, ma si gode della quiete di piccoli boschi e si pedala, passeggia o legge un buon libro immersi nel verde.

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